C A M M I N A R E I N S I E M E Via Mozart 16 - 20122 Milano Tel. 02.78 30 00 Notiziario n. 2 sped. in abbonamento postale art. 2 comma 20/c Legge 662/96 Milano - anno 17° Aut. Trib. di Milano n° 241 del 7 maggio 1994 - U.I.C.I. sez. di Milano - Direttore responsabile: Mario Censabella. Amministrazione e Redazione: Via Mozart 16 20122 Milano stampato internamente dall’U.I.C.I - Copia omaggio LUGLIO 2014 ABBAIARE ALLA LUNA Qualche anno è passato, in verità non moltissimi, da quando un associato, mi pare si chiamasse Rodomonte, ha fatto irruzione in una nostra assemblea, si era per iniziare, sostenendo che le convocazioni non erano state effettuate regolarmente e che quella convocazione, quindi l’Assemblea, sarebbe risultata irregolare. Allora, come oggi, le convocazioni assembleari rivolte agli associati si effettuavano attraverso il nostro periodico Camminare Insieme così come avviene per diverse altre convocazioni assembleari di associazioni come il Touring Club o l’Associazione dei giornalisti. Quell’intervento del tutto inaspettato e così estemporaneo mi aveva un poco sconvolto, ma poi il mio decisionismo mi ha suggerito che avrei dovuto proseguire, se vi fosse stata qualche irregolarità la Sede Centrale dell’Unione Italiana dei Ciechi sarebbe intervenuta. È stato così che poi, ufficialmente, è stato decretato che le convocazioni effettuate attraverso i periodici ufficiali delle associazioni avessero pieno titolo, purché si avesse “prova” della data in cui le stesse convocazioni fossero state effettuate. Rodomonte era certamente un velleitario, forse anche titolato, una qualche ragione di risentimento nei confronti della nostra Associazione poteva pure nutrirlo, forse per il fatto che allora non era ancora stata assunta una vera e propria politica a favore degli Ipovedenti. Rodomonte era stato stimolato ad assumere posizioni di “estrema” sollecitato da alcune telefonate di … saccenti che forse involontariamente gli avevano fatto assumere quell’atteggiamen- to. Personalmente ho tentato di …molcire il “nostro”, invitandolo poi, a mie spese, in una trattoria: “La Graticola”, nota per il suo buon mangiare, ma l’incontro non è finito a vino e… tarallucci nonostante un abbraccio finale che da parte mia aveva il significato di pacificazione. In ogni iniziativa di un qualche rilievo avevo la consuetudine di chiedere “parere” ad un ufficio legale, così, ho appreso per una sequenza di fatti, assolutamente imprevedibili, che il Rodomonte non era uno …stinco di santo. Oggi tutto è nell’oblìo ma non nel dimenticatoio: certe realtà segnano per riflessioni, esperienze, maturazione e sofferenza e rimangono sempre ascritte nel cuore di chi le ha subite e vissute in buona fede. Il 21 febbraio, è ormai storia, il Presidente Nazionale Tommaso Daniele ha presentato le proprie dimissioni irrevocabili per motivi di salute dopo 28 anni di ininterrotta presidenza nazionale; io, nel 2009, dopo oltre 30 anni di ininterrotta presidenza presso la sezione di Milano, ho deciso di non più ripropormi per quella razionalità che mi è propria: era giusto, anzi naturale che vi fosse un rinnovamento. Occorre rivolgere a Tommaso Daniele, anche da parte mia, espressioni di viva gratitudine per i suoi impegnati anni di presidenza nazionale nei quali cultura e abnegazione sono stati preminenti. Aurelio Nicolodi, Paolo Bentivoglio, Giuseppe Fucà, Roberto Kervin e ora anche Tommaso Daniele sono entrati nella storia della nostra Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Sono certo che Mario Barbuto “ci” saprà rappresentare degnamente, lottando perché i diritti di coloro che sono affetti da minorazione visiva non abbiano mai a recedere circa i diritti acquisiti, con la passione, l’impegno per un “rinnovamento” che gli sono stati propri sin da quando poco più che ventenne si distingueva a Bologna, allora studente, perché democrazia, libertà e diritti fossero conseguiti da parte dei non vedenti. 1) RIFLESSIONI IN BELLAVISTA Nel mettere assieme tutte le carte che costituiscono questo numero di Camminare Insieme in corso di predisposizione, non è compito facile: quali sono quelle più importanti, più significative? Quelle che possono toccare il cuore? E qui ce ne sarebbe un’ampia scelta, ma le ultime note sono quelle che più …toccano. Mi sento quindi autorizzato a riproporvi uno dei più recenti messaggi apparsi sulla ormai storica segreteria telefonica di questa sezione che vorrei accarezzaste se vi fosse sfuggito il suo ampio significato.MC - Segreteria telefonica di martedì 24 giugno 2014 n. 25 - - Carissimi, chi ogni giorno s'impegna per cercare soluzioni concrete ai tanti problemi posti dai cittadini non vedenti che si rivolgono alla nostra Sezione, spesso, la sera, analizzando il lavoro della giornata, è preso dallo sconforto per la sensazione di non aver fatto abbastanza. Certo, le istanze che oggi vengono rivolte all'Unione vanno ben oltre le questioni strettamente legate alla cecità, investendo sempre più il settore socio assistenziale. Ma un'associazione come l'Unione, che fin dal 1920 ha proiettato nel futuro le proprie politiche, deve essere in grado di raccogliere le nuove sfide e confermare l'importante azione di tutela dei ciechi italiani a 360 gradi. In considerazione all'esigua disponibilità di risorse finanziarie dovuta alla perdurante crisi, il compito appare arduo, ma sono sicuro che, così come scrive il nostro Presidente Nazionale Mario Barbuto, sapremo gestire anche questo tempo mettendo in campo passione e creatività. Questi alti propositi sono dovuti ai Soci con i capelli bianchi che ci hanno consegnato il testimone di un’Unione che ha tolto i ciechi dalle porte delle chiese per condurli alle cattedre universitarie. E sono dovuti altresì ai giovani ciechi e alle loro famiglie, che devono trovare nell'Unione costante sostegno nella promozione dei loro diritti, per poter continuare a crescere e progredire a testa alta rivendicando il giusto ruolo nell'attuale società. Dicevo che a volte si ha l'impressione di non aver fatto abbastanza, ma, fortunatamente, ci sono anche momenti che procurano tanta soddisfazione, come quelli vissuti nell'ultimo fine settimana in occasione, ad esempio, dell'incontro con i volontari non vedenti che portano conforto ai novanta ciechi soli ricoverati presso le varie case di riposo di Milano e provincia; oppure, ancora, come sabato mattina quando gli uffici dell'Unione hanno ospitato due iniziative molto partecipate, una dedicata alla retinite pigmentosa e l'altra all'adozione da parte di genitori non vedenti. In particolare, quest'ultima esperienza mi ha colpito per la profonda generosità degli aspiranti genitori, che pur consci delle difficoltà, desiderano diventare mamme e papà. 2) PENNA E CALAMARIO Il pittore Osvaldo Bignami - di Giovanni Baroni - (tratto da "Il cittadino di Lodi") 22 maggio 1936. "Ciechi nell'arte; Antiche strutture; Personaggi storici; Glorie e sventure; Morte e funebri; I Suoi ricordi d'arte". "Sono consigliere della Casa del Cieco di Civate, per questa condizione ho ritenuto l'articolo che vi propongo interessante per l'antico periodare, per sostantivi inconsueti e per il fatto che si ricordano antichi e importanti personaggi quali Monsignor Edoardo Gilardi, fondatore della Casa del Cieco, quando, un tempo, per i non vedenti non vi era quasi nulla, cappellano militare nel corpo dei bersaglieri, è stato Lui a sostituire Don Carlo Gnocchi per sua stessa designazione". - Nacque in Lodi il 3 agosto 1856 da modestissima famiglia. Duri furono i suoi primi anni: lavorare molto e vivere parcamente. Mostrando tendenza per il disegno, lottò non poco per riuscire ad avviarsi alla scuola d'arte e poi all'Accademia delle Belle Arti di Brera. Conseguito il Diploma di arte decorativa, si cimentò nei concorsi di pittura, indetti dall'Accademia stessa e riuscì acclamato vincitore. Nelle lunette del portico superiore di Brera, splendono tuttora due affreschi premiati: il ritratto di Masaccio e di G. Bellini (1893 e 1894). Il modo suo di disegnare classico, naturale, la soave chiarezza e luminosità delle tinte diedero ai suoi dipinti un’attrattiva per cui in breve il suo studio, portato a Milano, ebbe una buona clientela che gli aprì l'animo alle speranze d'una vita serena ed onorata. Quadri ad olio ed a fresco del Bignami si ammirano principalmente in Lodi e nel Lodigiano; ma molti sono anche a Milano, a Gallarate, nel Comasco, a Cortona ed anche nella lontana America. Moltissimi sono i ritratti da lui eseguiti con grande fedeltà di somiglianza e con forza di espressione. Dopo una felice serie di anni di lavoro e di gioie famigliari, le sventure si abbatterono su lui a tutto distruggere. A breve distanze di tempo perdette la moglie, il figlio in conseguenza di male incontrato in guerra, la figlia, e lui fu privato del gran dono della luce. Una completa cecità lo tolse alle opere dell'arte, lo assediò prima in casa e poi lo condusse al Ricovero dei Ciechi in Civate, per il generoso interessamento di conoscenti e di artisti che a Lodi ed a Milano lo stimavano tanto e si commossero allo spettacolo doloroso di tante sventure. In quel luogo di pace, già antico e storico convento benedettino che dal fianco della collina prospetta vagamente il lago di Oggiano; nel conforto del Direttore Monsignor Don Gilardi che lo ebbe in speciale considerazione e che là, come nella casa di via Mirabello in Milano, profonde le sue larghe e provvide vedute di carità e di assistenza. Le Rev. Suore ebbero per lui cure veramente materne. Passò in Civate gli ultimi quattro anni di vita, finché la morte lo colse la mattina del 15 corrente mese, nel prossimo agosto avrebbe compiuto gli 80 anni. Ai suoi funebri, celebrati domenica in Civate con decorosa semplicità, intervennero Rappresentanze di Artisti della Patriottica di Milano, che mandò una bella corona, il Comune nostro in persona dell’Avv. Baroni, del Segretario Capo Avv. Cav. Eletti, dei pittori Minestra e Prof Spelta e della signora Bonomi ved. prof. G. Poggio che, delle sorti del Bignami con altre buone persone, tanto si interessò. I Ciechi della Casa, gli abitanti del luogo in folla con il loro Clero, concorsero a rendere tributo d'onore e di pregi. Il Bignami aveva più volte espresso il desiderio che la sua salma riposasse nel Cimitero della sua Lodi, il Comune, ricordando i suoi meriti per l'opera prestata in lavori e nella Deputazione Storico Artistica, per l'incremento del Museo, al quale volle lasciare molti suoi disegni, ricordi e bozzetti di pitture, dispose che la salma del distinto cittadino e valente artista venisse trasferita da Civate a Lodi e quivi tumulata in colombaro, sotto la Chiesina del Cimitero. Al partire della salma da Civate, l'Avv. Baroni ringraziò, con commossa parola, le Rappresentanze intervenute ai funebri, il Rev. Clero locale, Mons. Direttore e i Ciechi della Casa, la popolazione tutta che, rispettosa e dolente, dava al Defunto l'ultimo suo saluto, prima che si avviasse a ritornare alla lontana terra nativa che il Parroco celebrante benedisse con un sacro rito così significante. Al Cimitero della Vittoria la salma fu attesa da largo stuolo di amici ed ammiratori, da una Rappresentanza, con bandiera, della Società Esercito. La benedizione venne data dal Rev. Padre Barzaghi sempre presente in ogni occasione di carità cittadina, assistito dal prof. Don G. Spelta, rettore dell'Incoronata. L'Avv. Fé, per la Deputazione Storica Artistica, brevemente ma con elevata e cristiana parola, ricordò l'opera valente, benemerita del Bignami, i dolori che lo afflissero negli ultimi anni di vita fatta priva persino del dono della luce. La esistenza del Bignami, dai trionfi dell'arte, finì a chiudersi con un fiotto di lacrime; la Fede le cristallizza e li trasforma in preziosi brillanti. La Congregazione di Carità, memore essa pure delle benemerenze del Bignami, provvide alla celebrazione di una Messa in suffragio di sua anima, cantata nel tempio dell'Incoronata, da Mons. Tornielli che fu amico del caro defunto. Il tempio era gremito di gente, con intervento anche di Rappresentanti delle Autorità Cittadine. I ricordi della carriera artistica del Bignami, e cioè qualche suo grande bel quadro ad olio ed a pastello, rappresentanti il ritratto di Dante secondo le indicazioni del Boccaccio e il riposo della Sacra Famiglia nella fuga in Egitto, molti bozzetti e disegni, un'ottantina di cartoni e più sono ora raccolti in Museo ed in Biblioteca. Nel nuovo ampliamento e riordino delle sedi di questi due Cittadini Istituti - che speriamo prossimo perché tanto necessario ed urgente - una sala verrà destinata alla esposizione di tali ricordi, che costituiranno una interessante attrattiva. Quaggiù, rivedendo le opere del Bignami più ancora ne apprezzeremo il merito, e ci appassioneremo alla dolorosa sua fine, un giorno speriamo di rivederlo in Cielo, ricongiunto ancora ai suoi Cari, fatto anche più felice, fissi gli occhi, tornati luminosi, nella contemplazione delle divine figure e Bellezze -. 3) A RUOTA LIBERA Carissimi, come anticipato confermo l’organizzazione di un simpatico incontro associativo che si terrà domenica 21 settembre in sostituzione della nostra seconda Assemblea che per ragioni statutarie non è più prevista. Ci troveremo in Via Bellezza 16, una delle nostre sedi istituzionali, alle ore 9.30, per conversazioni …a tutto tondo, nel senso che, in quella circostanza potranno essere discussi e affrontati tutti i problemi associativi; chiunque, nostro associato, avrà la possibilità e il diritto di intervenire. Io avrò il compito di coordinare i lavori e di informarvi relativamente a tutte le novità del momento. Intorno alle ore 11.30 sarà tutto pronto perché ci si …imbarchi per l’itinerario previsto: Casteggio con comodi pullman granturismo. La cittadina di Casteggio, dalle antiche origini liguri, si estende sulle sponde del Po attorno a Pavia che insieme ad altri comuni lombardi fa parte degli itinerari della pianura dell’oltrepò pavese dediti alla coltivazione del riso e alla produzione di eccellenti vini. Verso la fine dell’ottocento conosce il culmine della sua fiorente economia, tanto da essere definita “Elegante e “commerciantissima”. Diversi sono gli edifici di interesse storico artistico fra gli altri il trecentesco campanile della Collegiata di San Pietro Martire, circondata da sontuose ville tra cui la neoclassica dei marchesi Botta Adorno. Sarà sicuramente un’ottima occasione per trascorrere insieme ore liete nelle quali l’amicizia e la spontaneità saranno … padrone conducendoci a visitare due Cantine presso le quali potremo degustare e magari acquistare prodotti tipici di quelle località. Un ottimo pranzo nel quale il vino sarà componente essenziale suggellerà così una giornata che rimarrà nella memoria per tutto quanto avremo acquisito e compreso. Quota indistinta di partecipazione pro capite euro 25,00 pranzo compreso. Le prenotazioni dovranno essere effettuate personalmente relativamente alla quota di partecipazione e alla configurazione di eventuali tavoli così come è ormai prassi della nostra organizzazione. Il Presidente Rodolfo Masto 4) QUANDO LA STORIA E LO STILE NON SONO ACQUA - MC Puntuale come una scadenza di una cambiale, in un certo senso lo è, ecco presentare all’incasso l’Assemblea del circolo Paolo Bentivoglio dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Milano: 21 giugno, sede istituzionale, Via Bellezza 16, ore 16; Erica Monteneri è il Presidente e propone le formalità relative agli adempimenti: presidente di assemblea Rodolfo Masto, vice presidente Maria Brambilla, segretario Maria Rosaria de Filippis, dopo avere approvato tutte le nomine, comprese quelle degli scrutatori, l’assemblea ha luogo. Rodolfo Masto presidente della sezione di Milano si impegna in una disamina ad ampio raggio delle realtà associative nazionali, regionali, locali, senza escludere aspetti politici di vario genere; soprattutto insiste circa l’importanza della partecipazione da parte degli associati che debbono garantire la loro presenza in ogni iniziativa se si vogliono raccogliere gli echi positivi e i consensi pure dell’opinione pubblica attraverso la stampa. Intervengono a vario titolo, fra gli altri, Monia Ghirardini, Flavio Fera, Giuseppe Ferdico, Aldo Fracas; si richiede anche, per quanto sia possibile che non si abbiano a verificarsi sovrapposizioni di date nelle diverse iniziative di cui è costellata la vita associativa della nostra associazione. Chi scrive sovviene al presidente Masto di una notizia, che egli probabilmente non conosce, intesa a organizzare servizi di accompagnamento per tutti quei non vedenti che volessero partecipare al Gay Pride. “…la proposta è insolita, inusuale, ma anche se soltanto un non vedente volesse approfittare di una simile eventualità o per scelta di genere, per simpatia, per adesione, la diffusione di una simile notizia anche se vi fosse un solo non vedente a richiedere un tale servizio, la nostra Unione sarebbe ad adempiere a uno dei suoi tanti compiti istituzionali…” Tutti i documenti vengono approvati all’unanimità, un solo astenuto. Hanno colpito positivamente l’intensità e lo spessore delle iniziative del Circolo e l’impegnata prolusione politico-associativa del presidente Rodolfo Masto: eventi che sono stati sottolineati da applausi. Ampi consensi e simpatia sono stati rivolti al presidente del circolo Erica Monteneri non solo per la sua conduzione ma pure per l’ottima cena consumata sul terrazzo della sede: le scelte di gusto di un Presidente di origine romagnola sono state evidenti. Rodolfo Masto si è pure distinto per un ruolo di anfitrione che si è assunto nel condurre l’animazione fra i diversi tavoli: quasi tutti hanno cantato, i meglio, lui, Rodolfo e la gentile signora Elena sempre intonatissimi. Il catering è stato organizzato dall’Arci di Via Bellezza… commenti e affermazioni colte qua e là …dai comunisti si mangia sempre bene. Fra la conclusione dell’Assemblea e la messa in tavola vi è stato un impegno artistico della nostra Silvia Zaru, che ha deliziato i presenti con la sua voce che ha frugato nel cuore di tutti facendo scaturire consensi e commozione. A un certo punto l’impegno di Silvia Zaru è stato interrotto per un breve tratto: Masto ha fatto esordire Marco Daniele che, veneto, ha cantato in portoghese la bossa nova: si impara sempre qualcosa. Poi un colpo di …gong ha richiamato tutti alle tavole …cin cin, evviva. Tutti abbiamo potuto portare alle labbra un vino bianco spumeggiante in un grande bicchiere da degustazione. 5) BANDO DEL XXIII CONCORSO NAZIONALE DI POESIA La sezione Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Reggio Emilia bandisce il XXIII concorso nazionale di poesia a tema libero. Il concorso è aperto a tutti i ciechi assoluti e ai disabili visivi con un residuo non superiore ad 1/10, soci o non soci dell’Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti. La quota contributo per l’iscrizione è di euro 10,00. Gli elaborati redatti in braille o in nero devono pervenire all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Corso Garibaldi n. 26, Reggio Emilia, entro le ore 12.00 di venerdì 24 ottobre 2014. Saranno premiate le prime 3 opere classificate con l’assegnazione dei seguenti premi: Primo classificato: euro 600,00 e riconoscimento al merito; secondo classificato: euro 400,00 e riconoscimento al merito; terzo classificato: euro 200 e riconoscimento al merito. Per ulteriori informazioni e dettagli rivolgersi alla segreteria della Sezione UICI al numero 0522 43 56 56 e-mail uicre@libero.it. 6) GUARDIAMO AVANTI - Dal Corriere della Sera “Invisibili” del 9/6/2014 di F. Bomprezzi Verona. Per il titolo rubo la battuta al sindaco di Cuneo, Federico Borgna, non vedente, il cui comitato elettorale scelse come slogan della campagna vincente nel 2012, la frase: “Cuneo, guarda avanti”. Gli hanno dato retta, e i cittadini lo hanno scelto fregandosene altamente del suo handicap. E’ solo uno dei tanti incontri felici che ho fatto ieri a Verona, chiamato dalla Presidente dell’Unione Ciechi scaligera, Roberta Mancini, all’arduo compito di intervistare, io, giornalista a rotelle, una schiera di persone non vedenti di straordinaria normalità. Ma la missione impossibile, che dovevo cercare di realizzare, era la prima intervista mondiale a un cane guida. Ebbene, cari amici InVisibili, ci sono riuscito, come testimonia la foto di questo post, scattata da Gianluca Balocco nella sala della Gran Guardia, in piazza Bra. Certo, il trucco c’era, e consisteva nell’intermediazione di una voce umana, quella dell’interprete della lingua canina, Superjack, l’uomo mascherato con tanto di coda, che si è prestato a rispondere ironicamente alle mie incalzanti domande. La prima: “Ma tu, Balaka Olimpia (è questo il nome dello splendido golden retriver (che potete ammirare sdraiato sotto il palco) ti senti un portatore di handicap?. Secca la risposta: “Certo, se non ci fossi io chi lo porta in giro tutto il giorno…”. Ecco, questo è il resoconto leggero di una giornata speciale, al termine della quale facevo davvero fatica a distinguere vedenti da non vedenti, sordi da udenti, normali da diversi. Un successone. Perché l’idea era eccellente, e quando le associazioni si dedicano a spargere cultura della condivisione e dell’inclusione il risultato è questo: un incontro di tre ore, senza alcuna pausa, senza guerre tra sigle, in amicizia fraterna, nella consapevolezza che solo uniti riusciamo a cambiare il mondo, o almeno possiamo provarci. Non un convegno tradizionale, dunque, ma un continuo avvicendarsi di testimonianze in carne ed ossa, dal punto di vista di chi non vede, cucite dalle domande non preparate prima che rivolgevo io, con la curiosità classica di un giornalista che non cerca sensazionalismi ma vuole semplicemente capire e ascoltare, senza pregiudizi, senza stigma a priori. E così ho conversato con Mario Barbuto, il nuovo presidente nazionale dell’Unione Ciechi che conosco da molti anni per l’impegno serio e rigoroso a diffondere la cultura e la lettura per tutti. E ora alle prese con una fortissima esigenza di cambiamento e di rinnovamento all’interno della storica associazione dei non vedenti. E dopo di lui questo altissimo sindaco piemontese, quasi due metri, Federico Borgna, che ammette di aver accettato la candidatura nella assoluta certezza che mai e poi mai i cuneesi avrebbero scelto un sindaco cieco. E invece. Così adesso gli tocca portare a termine un programma concreto e ambizioso, alla guida di una lista civica nata da cocci delle liti nel centro sinistra locale. E i risultati - assicura – cominciano a vedersi anche tenendo conto delle difficoltà burocratiche e amministrative che scoraggerebbero chiunque. Dopo di lui una campionessa di nuoto, tenace e fortissima, Cristina Albinici, che deve andare a Brescia ad allenarsi perché nel veronese non c’è una società in grado di farla competere ad alto livello. E ti racconta delle difficoltà con gli istruttori, che si spiegano a gesti, e parlano di distanze alle quali cominciare a virare, e tutto questo con lei, che non ci vede, non serve praticamente a nulla. Il suo segreto? Tre chilometri e mezzo al giorno percorsi in vasca. Magra come un chiodo e tutta muscoli, ha 45 anni e ne dimostra poco più di 30. Si alza Cristina e arriva lo scrittore Mauro Marcantoni, autore di “vivere al buio” (Erickson editore). Mi spiega come si fa a vivere con quattro sensi. Facile a dirsi. Poi si dirige nello spazio della musica e si accompagna con la chitarra, cantando una sua canzone: “Potrei dirtelo”, voce di Luigi Tenco, notevole. Già, la musica: un collante ideale, per tutto il pomeriggio, con le canzoni scelte dagli intervistati ed eseguite splendidamente da Giovangy e da una ispirata Silvia Zaru (quattro diplomi di conservatorio, timbro caldissimo di voce swing). Una maratona di voci, di ironia, di pensieri liberi che continua con Giovanni Bosio, imprenditore e attore con Silvio Soldini nel film “Per altri occhi”, dove ha potuto raccontare la passione per la vela, autentica molla per ricominciare a vivere e a lottare: trentadue anni da vedente, altrettanti senza la vista. Il prima e il dopo, e oggi la convinzione che la vita è bellissima. Ci pensa Elena Brescacin a tuffarci nel presente del web, dei social network, dei rischi e delle grandi opportunità del digitale, con tutta la durezza delle sue esperienze di chat e di navigazione, una voce dolcissima per raccontare pezzi di vita che l’hanno formata e temprata alle intemperie. Alla fine sono esausto, ma soddisfatto: ho condotto tre ore di interviste senza annoiarmi mai. Ancora una volta mi sono divertito a frugare nell’animo umano di persona che viste da vicino sono assolutamente normali, ma non nel senso della normalità che tutti si aspettano. Né eroi né vittime, solo persone che hanno attraversato la vita al buio. Ma non hanno smarrito la luce. Grazie a tutti loro. E a quel meraviglioso cane che reclamava solo carezze e attenzione. Perché in fondo è solamente uno splendido cane. 7) I DISABILI SONO ANCORA A RISCHIO DI ESCLUSIONE SOCIALE - Tratto da Avvenire del 29 giugno 2014 di Ilaria Solaini Milano. Li chiamavano “inabili” ma anche “storpi”, “guerci”, “zoppi”. Nella Milano di fine Ottocento che si affaccia alla rivoluzione industriale e che comincia a far fronte ad alcune importanti questioni sociali, come era vissuta la disabilità (termine allora inesistente, ndr)? E la società come percepiva persone che, in molti casi, dovevano la propria condizione al sistema di fabbrica e agli infortuni sul lavoro? Sono domande cui cerca di rispondere la ricerca “Come si costruisce l’esclusione della disabilità. I disabili a Milano (1850 - 1915)” curata dallo storico Matteo Schianchi - sostenuta da Fondazione Cariplo e realizzata da Ledha e Fish - che ha dato lo spunto a una giornata di studi svoltasi all’Università Milano Bicocca. Il lavoro storiografico di Schianchi costituisce una “novità” in Italia quasi assoluta per questi temi, e offre una prospettiva storica utile a «capire come è cambiata la percezione della disabilità». «Quando oggi parliamo di disabilità, ci riferiamo a un mondo che ha cominciato a profilarsi con la prima guerra mondiale, con i militari feriti e mutilati di ritorno a casa – ha spiegato Matteo Schianchi, dottorando presso l’Ecole des Hautes Etude en Science Sociales di Parigi -. Si tratta di un fenomeno che imprime nuove percezioni, capace di inglobare anche un’altra grande fucina di inabili, quella del sistema di fabbrica. Non è un caso se l’assicurazione generale obbligatoria per gli infortuni sul lavoro è sancita solo nel 1919, dopo decenni di dibattiti». «La menomazione dopo la prima guerra mondiale è il segno della vittoria» ha precisato la studiosa Barbara Bracco, rispondendo alle sollecitazioni di Roberta Garbo, ricercatrice dell’Università Bicocca di Milano che ha coordinato i lavori del convegno “Dal miserabile accattone al glorioso invalido di guerra” e ha invitato oggi a ripensare le sfida dell’inclusività. «Si deve andare ben oltre a questo adeguamento lessicale che di fatto non è altro che un odierno fattore di nascondimento» ha detto Garbo. Non solo «l’università può fare molto come contesto di inclusione per studenti e lavoratori, ma noi tutti siamo chiamati – ha continuato la studiosa – a essere responsabili della qualità inclusiva del nostro contesto» istituzionale, educativo, lavorativo o di svago che sia. Dal dibattito è emerso che Milano, con la sua storia e i suoi istituti di beneficenza, ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi un osservatorio privilegiato per gettare una luce nuova sulle evoluzioni che hanno caratterizzato gli approcci alla disabilità, ma anche su quelli che tutt’oggi sono i fattori di rischio di esclusione sociale. «Gli invisibili ci sono ancora oggi – ha raccontato Franco Bomprezzi, presidente di Ledha –. Sono agli angoli delle nostre strade e non li vediamo» e non hanno voce. L’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, ha sottolineato che è importante «nominare le disabilità, non averne paura», ma anche «conoscere le differenze che le caratterizzano per lavorare su una piena inclusività lavorativa e sociale». «Ci hanno rubato la memoria - ha aggiunto Bomprezzi, giornalista e consulente di supporto alla task force per l’accessibilità di Expo Milano 2015 -. Se le persone con disabilità non hanno voce significa che hanno dignità, che la loro voce è usata solo al fine di avere un ritorno politico-culturale». - Questi ricordi mi fanno sovvenire antiche storie di quando Lecco non era ancora provincia: è la storia di Giulio Riva grande invalido, cieco di guerra che negli anni ’40 ha perso la vista per eventi bellici; era stato ricoverato in un ospedale militare creato in quella città in un’antica scuola. La sua convalescenza è stata alleviata e allietata dalle cure di Cesarina, una crocerossina che gli ha dedicato la vita tanto da sposarlo. Larga eco e commozione il loro matrimonio, lui in uniforme e lei in uno splendido abito della Crocerossa Italiana. Giulio Riva non era un uomo da poco, aveva un animo imprenditoriale tanto da organizzare un laboratorio nel quale si facevano avvolgimenti per motori elettrici ove era riuscito ad occupare diversi non vedenti che provenivano soprattutto dalla vicina Casa del Cieco di Civate. Quel laboratorio si trovava in fondo ad un ampio cortile di non facile accesso per i non vedenti, per aiutarli ad arrivare al laboratorio che era collocato in un angolo quasi inaccessibile di quell’ampio cortile e per consentire loro di ritornare verso la strada era stata sistemata una sorta di teleferica che attraverso una carrucola permetteva ai non vedenti di andare e venire senza ostacoli né pericoli di sorta. Carlo Bonacina storico presidente dell’Unione Italiana Ciechi di Lecco mi ha ricordato quegli avvenimenti, del matrimonio, di lui, un bell’uomo, di lei, piuttosto bruttina che ha dedicato al suo …ferito di guerra, amore, passione, collaborazione per tutte le iniziative del suo… imprenditore. Carlo Bonacina, alla scomparsa di Giulio Riva ha scritto un articolo ricordandone l’attività che aveva destato consensi per il fatto che a quei tempi, i ciechi non avevano grandi possibilità occupazionali. MC 8) NOTIZIE UTILI * A seguito dei lavori che si sono resi necessari al nostro impianto telefonico anche di ammodernamento, la Sezione, pensando di offrire agli utenti un servizio più efficiente ha adottato un numero unico per tutte le vostre chiamate, lo storico 02 78 30 00 con le modalità della scelta dell’interno desiderato. * Gli uffici sezionali rimarranno chiusi per ferie da lunedì 4 a venerdì 22 agosto. Rimane sempre la disponibilità della Sezione ad offrire anche nel periodo di chiusura il servizio di accompagnamento telefonando, con il preavviso di almeno due giorni lavorativi, da lunedì a venerdì, dalle ore 10 alle ore 13 con l’esclusione di venerdì 15 agosto, al numero unico 02 78 30 00. Solo per le emergenze e negli orari di chiusura degli uffici telefonare al numero 393 33 43 605. * La nostra sede di Via Bellezza 16, Circolo Paolo Bentivoglio, sarà chiusa per ferie dal 7 luglio al 31 agosto. I corsi per l’apprendimento della lettura e scrittura braille intesi anche a perseguire integrazione e socializzazione, riprenderanno nel mese di ottobre, per parteciparvi occorre prenotarsi presso la sezione UICI Milano. * Camminare Insieme sui 94.600 mhz di Radio Hinterland ha 2 certe programmazioni settimanali: domenica ore 8 e lunedì ore 12.00. Oltre ad altre riproposte settimanali condotte da Mario Censabella, contiene i più diversi argomenti privilegiando riferimenti alla vita e alla storia dei non vedenti e di altre disabilità. La rubrica può essere ascoltata sulle pagine web del sito www.radiohinterland.org e in streaming. La trasmissione verrà sospesa nel periodo estivo dal mese di giugno per riprendere il 23 settembre. * Le consulenze, psicologica a cura della dottoressa Erica Monteneri e legale a cura dell’avvocato Nicoletta dal Cero, organizzate presso la Sezione il 2° sabato di ogni mese, riprenderanno regolarmente a partire da sabato 13 settembre 2014. 9) RICORDIAMOLI - dal 5 marzo al 10 luglio 2014 Colizzi Assunta - Denti Giovanni E’ doveroso ricordare l’Architetto Prof. Giovanni Denti la cui scomparsa ha avuto ampia eco in tutto il corpo docente del Politecnico di Milano, ricordando il docente, lo studioso, il ricercatore, aggiungiamo il nostro cordoglio e rimpianto per un uomo che ha sempre rivolto simpatia alla nostra Unione. Alla signora Leonina e ai parenti tutti i sensi della nostra più viva partecipazione. CODA DI ROSPO Una circostanza fortuita, imprevista, mi ha fatto percorrere realtà di non antica memoria comunque ascritte nella storia della nostra sezione. Era mattino inoltrato, 6 maggio, il sole era caldo, avevo assistito presso l’Università degli Studi di Milano Via Festa del Perdono a un convegno organizzato da Marilisa D’Amico, docente di diritto costituzionale e dalla nostra Erica Monteneri, nel corso del quale, dopo la proiezione di due documentari relativi alla vita di non vedenti sono scaturiti emozioni e dibattito; nell’aula studenti e pubblico si sono certamente arricchiti di nuove consapevolezze. Era quasi ora di uno spuntino, la lezione all’Università iniziava nell’ora canonica, ore 8.30; non si era mangiato ancora nulla. A lezione conclusa, Nara mi accompagnava passo passo verso la 94 che ci avrebbe riportato a casa, quando ecco apparire una vecchia insegna cara ai milanesi: Taveggia, un bar di antica tradizione la cui licenza d’esercizio risale ai primi anni dei secoli scorsi; ci siamo stretti nelle spalle, il dado era ormai tratto. Dentro specchiere, lampadari, tintinnio di posaterie d’argento e di cristalli, un sommesso parlottare di clienti. Siamo stati fatti accomodare a un tavolino, un compitissimo cameriere in livrea ci ha chiesto cosa volessimo: “la colazione” rispondo. E’ tornato poco dopo pronunciando quasi fosse una formula: “mise en place” (apparecchiatura); ed ecco allinearsi sul tavolino posate, tovaglioli di lino e una ricca colazione… Poi con qualche esitazione… “Ho fatto il servizio civile, mi ricordo di lei…”. Rotti gli indugi ha raccontato di ricordarsi della signora Elena, con la quale poi ha parlato per telefono e di Simona, collaboratrici dell’Unione Italiana Ciechi, dei non vedenti ma soprattutto di una anziana signora di colore, non aveva dimenticato neppure il nome, le si era particolarmente affezionato ripromettendosi un poco da sempre di andarla a trovare e così nell’enfasi dei suoi ricordi mi ha pronunciato anche il nome: “Cipullo!”, soggiungendo: “anche quell’esperienza mi ha arricchito”. Era Gennaro, un napoletano verace. Mi ha raccontato di sé, “mi sono sposato e ho un bambino”. Il suo impegno presso l’Unione Italiana Ciechi di Milano risale agli anni 2004-2005. L’impegno che gli obiettori di coscienza hanno avuto con le associazioni non può essere negletto: dal 1986 per circa 20 anni potevano supplire al servizio militare con una collaborazione di carattere civile e umanitaria. Poi il servizio di leva obbligatorio è stato abolito e così quel servizio come era configurato allora non vi è stato più. Francesco Facchini è stato il primo obiettore accolto dalla nostra sezione, un medico, il padre era un ricercatore che studiava gli effetti del Radom un gas ancora oggi non molto conosciuto. Ci siamo avvalsi di quei preziosi collaboratori dal 1986 al 2005. Erano dei figli di …famiglia nel significato più ampio del termine, anche positivo. Oggi mi capita ancora di incontrarli, sono loro evidentemente ad avvicinarsi, rammentando di quelle loro esperienze con accenti molto positivi. Quando si è verificata la possibilità di acquisire gli obiettori di coscienza, io in verità ne ero molto titubante, è stato un non vedente di antica stirpe, un piemontese purosangue a farmi superare le mie perplessità: Egidio Foino Marucchi; produceva una barbera di tutto rispetto, ha suonato il pianoforte durante le proiezioni dei film muti, è stato aerofonista (con l’aerofono, nell’ultima guerra si potevano individuare i bombardieri prima che si avvicinassero), massaggiatore, titolare di un’edicola che aveva avuto l’intelligenza di farsi assegnare all’interno del Palazzo di Giustizia di Milano. Egidio Foino Marucchi ancor giovane, appena sposato aveva pure avuto un’esperienza nell’Africa orientale Italiana quando gli era stato assegnato un terreno; egli soleva dire con un poco di improntitudine: “…la vera malattia dei ciechi inizia due dita sopra gli …occhi”. Il tempo, e non so che altro, hanno fatto perdere alcuni ricordi: come alcune immagini fotografiche dei nostri ex obiettori; altre memorie sono ancora nella nostra segreteria a testimoniare episodi e fatti della loro collaborazione. Una volta mi hanno voluto scortare con le loro motociclette dall’Istituto dei Ciechi ove avevamo celebrato l’Assemblea alla sede del ristorante presso il quale avevamo organizzato il pranzo sociale. La mia non era un’auto blu, ma… gli effetti sono stati i medesimi. Alcuni di loro avevano la Porche o l’Audi TT; accadeva che a volte rifiutassero rimborsi spese o che facendo acquisti al mercato per qualche non vedente non volessero i soldi anticipati nel caso il danaro loro consegnato non fosse stato sufficiente. Il Presidente Rodolfo Masto nei suoi interventi in diverse circostanze ha sottolineato il fatto che: “…chi non ha passato non ha né storia né avvenire”. Mario Censabella S O M – M A R I O ABBAIARE ALLA LUNA 1) RIFLESSIONI IN BELLAVISTA 2) PENNA E CALAMARIO 3) A RUOTA LIBERA 4) QUANDO LA STORIA E LO STILE NON SONO ACQUA - MC 5) BANDO DEL XXIII CONCORSO NAZIONALE DI POESIA 6) GUARDIAMO AVANTI 7) I DISABILI SONO ANCORA A RISCHIO DI ESCLUSIONE SOCIALE 8) NOTIZIE UTILI 9) RICORDIAMOLI CODA DI ROSPO Dato alla stampa il 9 luglio 2014